Letture 2015 | |
Le sorti del tragico |
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La presenza del “tragico” nella letteratura borghese appare sempre abbastanza rara e problematica, anzi precaria. La protesta solitaria e radicale contro l' ingiustizia della vita, della storia, degli dei, delle strutture sociali, e il proporsi dell' eroe come testimonianza, per mezzo della propria morte, che altri valori esistono oltre alla oppressione e alla violenza che lo schiacciano, non riescono che raramente, e spesso in modi distorti e deformati, a manifestarsi e ad esprimere entro una società, quale è quella borghese, che esalta l' ordine e la norma. Le tracce contraddette e difficili del tragico vengono seguite ed identificate sia nel romanzo, a partire dall' ultimo ottocento fino ai giorni nostri ( da Fogazzaro a Dannunzio a Dossi, da Oriani a Svevo, da Tozzi alla Deledda, da Vittorini a Pavese a D' Arzo, a Volponi, con l' aggiunta significativa di un poeta come Sereni), sia nel teatro, soprattutto in Pirandllo, ma anche nei veri e propri autori di tragedie: Alvaro, Bontempelli, Moravia, Savinio. Come premessa, in un saggio a carattere teorico e metodologico, è stata esaminata la natura del testo teatrale come messaggio, e la vicenda che il testo teatrale ha subito fino alla crisi decisiva provocata da Pirandello nei Sei personaggi in cerca d' Autore, che distrugge ol teatro come rito e ripetizione, e apre la strada al teatro come happening.
GIORGIO BARBERI SQUAROTTI è nato nel 1929 a Torino, dove, dal 1967, insegna storia della letteratura italiana moderna e contemporanea all' Università dopo aver svolto pèer molti anni lavori editoriali. |